L’IPERSONNIA.. quando si dorme troppo!!!!!

 

snoopy dorme.jpeg


A volte ci affligge una certa sonnolenza quando, per un motivo qualsiasi, abbiamo accumulato un considerevole debito di sonno, dormendo poco e male per qualche giorno, oppure in occasione di eventi particolarmente noiosi e che si protraggono troppo a lungo. In questo caso, l’intrusione nella veglia di uno stato di preparazione al sonno ci segnala che abbiamo assolutamente bisogno di recuperare, se vogliamo che le nostre prestazioni psicofisiche tornino normali.
Esistono però forme di ipersonnia patologica, dovute a una disfunzione del sistema nervoso centrale, caratterizzate da un’eccessiva sonnolenza diurna non attribuibile a cause mediche, psichiche o tossiche.
I medici distinguono due tipi di ipersonnia; il tipo idiopatico (che cioè non deriva da altre malattie) e quello periodico o ricorrente. Una forma più grave di ipersonnia è la narcolessia.
L’ipersonnia idiopatica. Chi ne soffre lamenta episodi di sonno diurno prolungato e non riposante, preceduto da un lungo periodo di sonnolenza, spesso associato a cefalea. Il sonno notturno è apparentemente normale ma il risveglio è lento, e la persona rimane a lungo in uno stato di torpore e confusione. Le fasi di sonno non REM sono particolarmente prolungate, e possono arrivare a 2 ore.
L’ipersonnia ricorrente. Il disturbo è caratterizzato da periodi ricorrenti di estrema sonnolenza, con un esagerato bisogno di dormire.
Gli episodi si presentano mediamente due volte l’anno (talvolta anche più spesso, ma sempre a cadenza periodica) e durano qualche giorno. Il soggetto arriva a dormire da 18 a 20 ore il giorno, svegliandosi solo per i bisogni fisiologici indispensabili (mangiare, eccetera).
La narcolessia. A differenza delle altre ipersonnie, dipende da una disfunzione dei circuiti cerebrali primari del sonno. I sintomi, vistosi e inconfondibili, derivano dall’improvvisa intrusione di una fase REM nello stato di veglia, un fenomeno normale nei neonati, ma del tutto anomalo negli adulti. L’ingresso improvviso nella fase REM impedisce al soggetto di rendersi conto che sta sognando, e le immagini oniriche si configurano come allucinazioni quasi sempre terrificanti. Alcuni riferiscono di sentirsi svegli ma completamente paralizzati, incapaci di reagire, di parlare e in preda alla paura di morire.
In alcuni casi, tali fenomeni sono accompagnati da crisi di paralisi, che può durare da pochi secondi a qualche minuto; la persona si accascia a terra, pienamente cosciente ma impossibilitata a muoversi.

Il microsonno
Un fenomeno tipico dopo una lunga privazione di sonno in conseguenza di un’insonnia persistente è quello dei lapses, piccoli episodi di interruzione del livello di vigilanza da svegli. I lapses sono veri e propri microsonni, che tendono a diventare più frequenti e più lunghi man mano che la privazione di sonno si protrae nel tempo. Quando ci si risveglia da uno di questi microsonni, si può scoprire di non ricordare assolutamente ciò che si è verifìcato poco prima, di avere cioè una piccola amnesia. Un esame elettroencefalografico evidenzia inoltre una netta riduzione dell’attività di fondo del ritmo alfa, con un tracciato molto simile a quello che si rileva dopo un’intossicazione alcolica.

Pwe conocere informazioni scientifiche è meglio rivolgersi al medico curante o ai centri specializzati. Vi indichiamo alcuni link che potrebbero essere utili

http://www.sonnomed.it/

http://www.amicopediatra.it/genitori/Opuscolo_%20Disturbi_del_Sonno/disturbidel%20sonno.htm

Comincia con lo scegliere un buon materasso!

Vieni a trovarci!

Rivenditore autorizzato Cignus-DiNotte

DOMUS ARREDI

via Pascoli 39, 20035 Lissone (MB)

tel.039794790

per info e preventivi: info@domusarredilissone.it

www.areamobili.com

www.sartoriadeimobili.com

 

Un pensiero su “L’IPERSONNIA.. quando si dorme troppo!!!!!

  1. undici4

    Il sonno è un meccanismo delicato, naturale e misterioso che rappresenta un fondamentale momento di rigenerazione fisica e mentale; la sua assenza può compromettere la risposta immunitaria e limitare l’apprendimento e la memoria.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *