Abbiamo imparato dagli Arabi l’arte di stare sdraiati
La parola “materasso” ha un’origine araba: viene da matrah, che a sua volta deriva dalla radice “taraha” gettare, ed indicava il tappeto sul quale ci si coricava, sulla nuda terra.
Con le Crociate, il metodo arabo di dormire su un cuscino appoggiato a terra è stato adottato anche dagli Europei.
Da quel momento, la parola è comparsa contemporaneamente in Italia, Francia, Germania, Inghilterra, ma partendo, dicono i linguisti, dall’Italia meridionale.
Nel neolitico era probabilmente una catasta di foglie secche o di paglia, coperto da una pelle di animale.
E’ nell’antico Egitto che compaiono i primi veri e propri letti, intesi come strutture destinate al riposo notturno. Si dice che Tutancamon ne avesse uno costruito in ebano e oro!
Il popolo doveva invece accontentarsi di giacigli composti da rami di palma ammucchiati sul pavimento.
Gli antichi romani si sdraiavano invece su sacchi di stoffa ripieni di fieno o lana e i più facoltosi, di piume di uccelli.
Nel XVII secolo, il materasso comincia ad avere una struttura interna!
Risalgono a questo periodo le prime sperimentazioni di materasso con una sorta di struttura interna realizzata in canne di bambù e riempito con materiali diversi, quali la lana e il cotone.
Siamo approdati all’età moderna.
Fu Heinrich Westphal a brevettare nel 1871 il materasso a molle. La sua invenzione dovrà però aspettare gli inizi del 900 per riscuotere successo.
Non dormire come un primitivo.
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